Musica Araba

الـمــوسـيـقـى الـعـربـيـة

Storia e origini

La nascita della musica araba viene storicamente datata intorno al settimo e ottavo secolo d.C. Prima dell'avvento dell'Islam, che portò l'arte musicale verso la sua massima espressione, erano già presenti nell'area della penisola Arabica, molte comunità che avevano sia autonomamente sia grazie alle influenze della vicina cultura mesopotamica, sviluppato una propria linea musicale.

storia

Con l'avvento e la diffusione dell'islam si ebbe una rapida evoluzione della musica araba verso strutture più ricercate e raffinate. Infatti, attraverso le conquiste avvenute sotto la bandiera verde, gli arabi divennero bruscamente i signori delle grandi città appartenenti alle più antiche civiltà, entrando cosi in contatto con forme d'arte musicale che avevano già raggiunto un alto grado di perfezione.

Quelle caratteristiche comuni che fanno della musica araba, persiana e turca tre espressioni di una stessa estetica musicale, che privilegia la melodia e quindi il canto e l'improvvisazione. E regine del canto orientale sono da sempre le donne, seducenti interpreti della malia delle parole, maestre nell'arte del tarab.

Il tarab non è una melodia o un genere musicale bensi l'interpretazione musicale di un testo, la quale genera nell'ascoltatore quasi un rapimento estatico ..è ciò che potremmo chiamare il "sublime" del canto..... l'incanto della parola cantata! Naturalmente, perché il fenomeno del Tarab possa aver luogo è necessario che l'ascoltatore capisca il significato del testo poetico che viene cantato: il Tarab consiste proprio nella perfetta interpretazione musicale di un testo dal tema coinvolgente. Gli arabi distinguono la figura del cantante (mughanni) da quella dell'interprete (mutrib): il primo è colui che esegue con la voce una melodia, il secondo è in grado, attraverso una sviluppata tecnica interpretativa e una grande sensibilità artistica, di generare il rapimento nell'estasi del tarab. Il verbo "tariba", da cui deriva il termine tarab, significa "essere commosso da gioia o da dolore", "provare emozioni di piacere o di dolore", "andare in estasi, essere incantato, turbato, agitato, scosso", ed è quindi legato a quell'arte di modulare la voce su di un testo poetico che incanta e rapisce l'ascoltatore in grado di intenderlo.

Caratteristiche della musica araba

Di tradizione orale la musica araba fa parte della grande famiglia delle musiche "modali". Si basa sul concetto di "MAQAM" ( "luogo", "il luogo dove si sta", cioè l'ambito entro il quale si muove la composizione ), che designa sia la scala modale e le sue caratteristiche che le reazioni emotive che esse possono suscitare nell'ascoltatore. Le scale modali, dette "maqamat", sono formate da sette note e suddivise in 24 intervalli di 1/4 di tono ciascuno dando così la possibilità al musicista di utilizzare distanze tra le note, oltre che di un semitono, anche di 1/4 e 3/4 di tono. Tali scale modali eptafoniche sono più di 70 e ogni nota all'interno della scala stessa ha un nome che non si ripete all'ottava. Di fatto, essendo sufficiente un ambito di due ottave per eseguire la musica araba tradizionale, i teorici hanno contrassegnato con un nome soltanto i 48 suoni delle due ottave.

Ogni "maqam" costituisce un'entità modale che si muove in un universo melodico-ritmico, le cui strutture interne sia di spazio che di tempo obbediscono ad una serie di leggi consacrate dalla tradizione, dal gusto e dalle inflessioni dialettali e fonetiche proprie al genio di ogni gruppo sociale.

Possiamo definire brevemente le altre caratteristice in questo modo


  1. Nella musica araba non esistono le note temperate (cioé costruite su precise lunghezze d'onda stabilite a priori, nonostante gli studiosi abbiano a lungo cercato di definire in qualche modo delle regole teoriche): gli intervalli fra le note sono irrazionali, e vengono influenzato dalla sensibilità creativa del musicista.
  2. La musica araba è monodica: tutti gli strumenti producono la stessa melodia insieme, a differenza di quanto accade in un coro o in un'orchestra occidentale, in cui invece le varie melodie prodotte dai vari strumenti sono diverse fra loro e sono regolate dalle leggi dell'armonia musicale. Unica eccezione, la possbilità che altri strumenti tengano la nota di base della scala, producendo un basso continuo, durante un solo improvvisato (Taqsim).
  3. La musica araba è modale e si basa sul concetto di maqam: più che una scala il Maqam è un fenomeno musicale entro il quale si muove la composizione, e che porta con sé forti contenuti emotivi.
  4. La musica araba si basa, un po' come il jazz, sull'improvvisazione, e questo fatto porta con sé la grande importanza data alla comunicazione fra gli artisti e quindi la necessità di far ricorso enormemente al bagaglio di esperienza ed alla sensibilità personale.
  5. La musica araba si presenta per ciò come un fluire di omofonie e fraseggi, privo di architetture sonore e di strutturazioni, che riflette il mutevole, l’indefinito, il vero spirito nomade per il quale ogni momento è a sé stante e del quale uno dei tratti più affascinanti è determinato dal contrasto tra melodia e ritmo.
Scuole musicali

Possiamo riconoscere diverse scuole musicali fondamentali:


  • Scuola Mediorientale: Egitto, Siria, Giordania, Libano, Palestina. L'Egitto ha da sempre svolto un ruolo di leadership musicale nei confronti degli altri paesi, favorito soprattutto dalla sua industria cinematografica: dagli anni '50 la sua ricca produzione di film musicali ha portato la musica e la danza dell'Egitto in tutto il mondo arabo.
  • Scuola Maghrebina: Marocco, Algeria, Tunisia e Libia. La zona del Nord Africa ha dal punto di vista musicale e della danza due grosse radici: quella della tradizione locale berbera e quella della scuola arabo andalusa, che è l'eredità artistica della presenza araba in Andalusia.
  • Scuola Iraqena
  • Scuola del Golfo: Arabia Saudita, Bahrein, E.A.U, Kuwait, Qatar, Oman e Yemen. In questi paesi la tradizione musicale è molto legata alle origini culturali popolari: fino a pochi anni fa, pochi in termini storici, prima della rivoluzione economica che il petrolio ha generato nella zona, in questi paesi la popolazione si dedicava a pesca, pastorizia, artigianato e questo influenzava la produzione musicale.
  • Scuola arabo-africana: Sudan, la regione più meridionale dell'Egitto, la Nubia e Mauritania. In queste regioni la musica è fortissimamente influenzata dalle sonorità africane.

Nonostante queste diversificazioni, la musica araba costituisce una tradizione forte e specifica, lo studio della quale rivela due punti essenziali: unità sovranazionale e arricchimento costante da parte delle varie tradizioni locali. L'unità sovranazionale di quest'arte, elaborata partendo dalle varie tradizioni pre-islamiche, si è realizzata grazie al contributo spirituale dell'Islam e linguistico dell'arabo.